David Cannella, l’uomo che ha scoperto la fotosintesi inversa è un ricercatore 32enne originario di Tivoli, che dal 2010 si è trasferito a Copenaghen. Laureato all’Università “La Sapienza” di Roma, quando era ancora uno studente si divideva tra lezioni di Biotecnologie e il lavoro nell’azienda di famiglia, inizia poi a lavorare in una piccola azienda vicino Roma in cui si facevano progetti con fondi europei che però secondo il 32enne venivano sprecati e decide quindi di partire, perchè qui in Italia a causa di macchinari non proprio all’avanguardia i risultati non sempre arrivavano. Così nel 2010 inizia ad inviare curriculum all’estero fino ad imbattersi in un dottorato all’Università di Copenaghen, dove il suo progetto ‘La fotosintesi inversa’, viene selezionato e finanziato.
Con una combinazione di elementi del tutto naturali come ossigeno, materiale vegetale, raggi solari e clorofilla si possono ottenere biocarburanti in modo molto più veloce rispetto a prima. Gli enzimi usano l’ossigeno atmosferico e i raggi solari per rompere e trasformare i legami di carbonio, nelle piante. Secondo questo processo, la luce del sole da sola è sufficiente a facilitare la produzione dei biocarburanti dalla paglia o dal legno.
Nell’aprile 2016 il suo nome, insieme a quello del suo team di ricerca dell’università danese, è comparso sulla rivista Nature Communications: l’articolo ha avuto moltissime condivisioni e David ha ricevuto chiamate da tutto il mondo, addirittura dagli Stati Uniti e dalla Svezia per conoscere meglio l’evoluzione la ricerca.
Cannella è appassionato del suo lavoro e gli piacerebbe continuare a fare ricerca e riuscire a creare una collaborazione tra Italia e Danimarca per riuscire ad ottenere nuovi finanziamenti anche per formare nuovi giovani ricercatori. Andar via dall’Italia per David è stato davvero difficile, ma la sua forte passione e voglia di lavorare lo hanno portato fuori perché qui era impensabile per lui realizzarsi professionalmente in mancanza di fondi, strutture e strumentazione.
Una volta messo a punto, il processo abbatterebbe i costi di bioetanolo ed altri combustibili rinnovabili, rendendo di fatto attraenti prodotti che oggi non riescono ad emergere a causa dell’alto costo dei loro combustibili ecologici.
Scritto da: Manlio Marta