Pellet, guida all’acquisto

Pellet imballato nei suoi bancali pronto per la consegna agli utilizzatori

Alcuni suggerimenti per acquistare un ottimo pellet

I consigli, tecnici e pratici, per poter scegliere un pellet valido, iniziando dall’integrità del sacco, che lo contiene, trattando le certificazioni, sino a concludere con delle valutazioni pratiche, riscontrabili con mano dall’acquirente.

Cosa rischiamo nei nostri impianti di riscaldamento utilizzando un pellet di scarsa qualità? valori e caratteristiche che un pellet di qualità deve possedere.

Il pellet è ormai diventato  leader incontrastato nel settore dei combustibili ecologici e rinnovabili, grazie al suo elevato livello di economicità (sino a qualche tempo fa con l’iva agevolata anche di più) il pellet infatti, non solo contribuisce alla salvaguardia del nostro pianeta, ma influisce positivamente sulle martoriate finanze degli Italiani che ne fanno uso. Il pellet è economico.

Oggi grazie alle detrazioni fiscali previste per chi fa interventi di miglioria energetica i caminetti, le caldaie e le stufe a pellet sono diventati i prodotti maggiormente selezionati nell’edilizia moderna soppiantando di fatto gli obsoleti impianti di riscaldamento a combustibili fossili.

La rapida crescita di richiesta di pellet dovuta al boom delle stufe che ne fanno uso, ha portato ad un incremento di domanda che è stato saltuariamente soddisfatto con prodotti di scarso valore ed approvvigionamenti poco omogenei. Per poter navigare in sicurezza nel mare delle innumerevoli offerte di pellet oggi presenti sul mercato è necessario aver ben chiare le caratteristiche del combustibile di qualità che a noi occorre, questo, per poter scegliere il prodotto a noi più adatto.

Un moderno ed ecologico impianto per la produzione del pellet

Moderno impianto per la produzione di pellet

Quale pellet scegliere?

Allo scopo ultimo di portare a casa un pellet di qualità valida, è opportuno valutare con attenzione alcuni parametri ed elementi fondamentali per poter acquistare un combustibile di ottima qualità, a seguire:

  • Valutare attentamente tutte le certificazioni che sono riportate sulla confezione (se non ci sono il prodotto è scarso)
  • Valutare ad occhio la forma che deve essere cilindrica e regolare per tutta la lunghezza
  • Al tatto la superficie del pellet deve essere lisci e lucida
  • All’interno del sacco la presenza di legno in polvere deve essere minima
  • Verificare che i sacchetti siano perfettamente integri
  • In caso di acquisti a bancali controllare lo stato dell’imballaggio esterno se è presente un copertura superiore è sinonimo di qualità

 

Verifica dell’etichetta e dei valori riportati sul sacchetto

La prima analisi che deve assolutamente essere fatta per poter valutare un pellet è l’analisi dei valori stampati sul sacco che lo contiene, il valore base da tenere in considerazione è senza dubbio quello riguardante il potere calorico, vale a dire quanta energia termica una data quantità di combustibile riesce a produrre una volta sottoposta a combustione.

I valori energetici di un buon pellet sono valutabili tra i 4.5 ed i 5.5 kwh/kg va da se che maggiore è il valore del dato migliore sarà la qualità del combustibile che andremo a prendere in esame.

Il valore attinente alla quantità di residuo di cenere, definisce la quantità di “sporcizia” che il nostro combustibile lascia all’interno della nostra stufa, il valore in oggetto, in un prodotto di qualità è inferiore all’ 1%.

Questi due sono i parametri fondamentali e principali da valutare e tenere in considerazione per la scelta del nostro combustibile di qualità, è da questi due fattori infatti che ne conseguono tutti gli altri, vale a dire l’essenza da cui deriva ed il tipo di lavorazione a cui è stato sottoposto.

I legni maggiormente usati per la produzione di pellet di qualità sono senza dubbio il faggio e l’abete, da preferire il primo in quanto il legno di abete essendo decisamente più resinoso tende a sporcare maggiormente gli impianti.

Sulla piazza, è possibile tuttavia imbattersi in pellet realizzato utilizzando latifoglie e misto, troviamo in commercio anche quello derivante dalla lavorazione delle biomasse, vedi i pellet prodotti con segatura mista a scarti di mais. Quest’ultimo è un prodotto ritenuto valido solo per l’utilizzo in caldaie di grandi dimensioni, non ne è previsto l’uso in stufe comuni in quanto la grande quantità di cenere prodotta inevitabilmente intaserebbe la stufa e la canna fumaria.

Il tasso di umidità di un pellet non è un valore da sottovalutare, valori superiori all’8% abbassano decisamente il potere calorico del nostro combustibile obbligandoci a consumarne in quantità maggiore.

 

Esempio di una scheda tecnica corredata di certificazioni europea del pelllet

Esempio di scheda tecnica riscontrabile su un sacco di pellet

 

Verifica certificazioni nazionali ed internazionali del nostro pellet

Il potere calorico ed i residui di cenere sono sicuramente due indici che testimoniano la qualità di un prodotto, essi non sono però gli unici parametri da valutare per considerare un pellet un ottimo combustibile o meno. È importantissimo che il materiale in esame sia certificato con attestazioni nazionali ed internazionali se il prodotto non è di origine Italiana. La certificazione riconosciuta nel nostro paese è Pellet Gold, Din Plus vale per la Germania, per l’Austria fa fede Onorm. Esiste inoltre una certificazione valida a livello europeo la En Plus questa ci consente di valutare tutte le caratteristiche del nostro prodotto con validità comunitaria e di suddividerlo in tre categorie:

  • A1 per il pellet di maggior pregio
  • A2 per il pellet di seconda scelta
  • B per il pellet meno pregiato ed adatto solo per usi specificatamente industriali

Le certificazioni esistono a garanzia, di controlli e verifiche costanti ed assidue sulla qualità delle materie prime, si può così escludere la presenza di prodotti contaminati da vernici o collanti industriali, la verifica costante della composizione chimica del prodotto è un’ulteriore garanzia. Il pellet dovrebbe inoltre subire controlli e verifiche anche sul suo grado di radioattività.

Schema sintetico in simboli delle certificazioni europee del pellet

Certificazioni di pellet riconosciute a livello europeo

 

Controllo della provenienza, integrità del suo sacco contenitore e analisi della sua forma

All’atto di acquistare una confezione di pellet, è sempre opportuno controllare che essa sia perfettamente integra, considerato che, anche un prodotto eccelso, se esposto all’umidità, in breve, risulta inutilizzabile assorbendo umidità in grandi quantità, l’umidità ne riduce drasticamente il potere calorico e, se, in alte percentuali ne può modificare la forma, gonfiandolo, creando poi in tal modo disagi in coclea e camera di combustione.

Elemento da non sottovalutare in fase di scelta del combustibile è la sua forma che deve essere cilindrica ovviamente, uniforme e regolare per tutta la sua lunghezza, quest’ultima, è importante che non sia eccessiva, pellet troppo lungo può creare problemi seri ai sistemi di caricamento automatici dei nostri impianti domestici. Il limite massimo di lunghezza di un pellet è stato fissato per convenzione in 3 centimetri, è preferibile comunque che le dimensioni medie non superino i 2/2.5 centimetri.

Partendo dal presupposto che, l’utilizzo del pellet come combustibile, derivi da una scelta legata a motivazioni di ordine ecologico, visto che è uno dei pochi combustibili rinnovabili e che permette di azzerare le emissioni nocive in ambiente, la sua provenienza diventa un aspetto che va assolutamente ed attentamente valutato. Il provenire da regioni lontane può costituire un fattore che pregiudica la sua sostenibilità ambientale, i controlli di filiera in alcune zone piuttosto remote sono decisamente più “elastici” è sempre auspicabile quindi acquistare un combustibile prodotto localmente o almeno un pellet che rispetti le normative Europee.

Mappa sintetica dei principali flussi di movimento del pellet tra produttori, consumatori ed utilizzatori per riscaldamento

Mappa europea del pellet

 

Toccare con mano (e naso) il pellet

Il nostro pellet in filiera viene controllato con macchine a lettura ottica e laser nonché con analisi chimiche della sua composizione, per ottenere le certificazioni richieste, noi possiamo aiutarci con qualche espediente di facile applicazione pratica, con un minimo di buona volontà possiamo aiutarci ad acquistare un buon combustibile.

Verifichiamo che all’interno del nostro sacco di pellet non siano presenti residui di lavorazione derivanti dall’industria del mobile, questo è facilmente riscontrabile mediante l’olfatto (annusiamo il pellet) deve odorare di legno, il pellet, se sono presenti odori di solventi, colle o comunque odori sgradevoli che attaccano la nostra gole significa che siamo in presenza di un prodotto di pessima qualità che una volta bruciato inquinerà sicuramente l’ambiente mettendo oltretutto a repentaglio la nostra salute.

Valutare la “morbidezza” degli ovuli del nostro combustibile è un’ulteriore modo per capire cosa stiamo acquistando, prendiamo una manciata di pellet ed immergiamolo per pochi attimi in acqua “massaggiamolo” poi sino a disgregarlo, in base al risultato ottenuto avremo o meno un buon prodotto.

In base al tempo ed alla forza necessaria per disgregare i nostri ovuli possiamo capire se stiamo valutando un pellet morbido o uno particolarmente compresso. Nel caso di un pellet compresso parliamo di un combustibile di non eccelsa qualità prodotto utilizzando leganti probabilmente non conformi con le normative in materia, se invece il nostro pellet si disgrega in maniera omogenea e senza troppa resistenza significa che siamo in presenza di un combustibile morbido.

La scelta di un combustibile rispetto ad una altro influisce sensibilmente sulle prestazioni e sull’efficienza del nostro impianto, i problemi maggiori saranno riscontrati con le basse temperature, il tempo di accensione si allungherà di molto così come i tempi di combustione necessari per raggiungere il cuore del nostro ovulo.

Troppa polvere di legno all’interno del sacco contenitore può essere il segnale che siamo in presenza di un pellet di scarsa qualità, la quantità di polvere ammessa (ed accettabile) è fissata nello 0.95% del peso del prodotto, ciò significa che in un sacco del peso di 15 chilogrammi un pugno, un pugno e mezzo di polvere è accettabile, quantità superiori mettono a rischio il buon funzionamento degli impianti automatici di alimentazione delle nostre stufe.

Pellet in forma sfusa ed insacco

Pellet

 

Pellet di bassa qualità, cosa rischiamo e a cosa comporta?

I problemi legati alla combustione del pellet non sono quasi mai imputabili al cattivo funzionamento delle nostre stufe, derivano molto spesso da un bassa densità del prodotto o da dimensioni eccessive dello stesso.

Nell’ipotesi in cui il pellet usato sia di bassa densità, questo non sarà in grado di garantire un adeguato funzionamento dell’impianto, assisteremo spesso a momentanei svuotamenti del crogiolo con conseguenti abbassamenti di carico orari ed abbattimento delle temperature che creeranno problemi di scarico fumi residui e presenza di ceneri residue nel crogiolo.

Le eccessive anomalie di lunghezza degli ovuli alterano il normale funzionamento della coclea con conseguente eterogeneo caricamento del braciere che sopporterà dei vuoti e di troppo pieni.

L’esistenza di polvere di legno in grandi quantità nel sacco ( ricordiamo non deve eccedere lo 0.95% del peso del sacco)condiziona profondamente la resa dell’impianto impiegato per il riscaldamento, oltretutto il pulviscolo in oggetto in presenza di tenori elevati di umidità potrebbe impastarsi con il rischio di bloccare tutto il sistema di caricamento e di conseguenza la stufa.

Acquistare un pellet di valore risparmiando è possibile?

È ovvio un buon prodotto costa, possiamo però cercare di risparmiare qualche eurino valutando i nostri acquisti in “prestagionale” quando i rivenditori di pellet fanno le scorte. Acquistare del materiale sapendo di averlo già venduto permette ai rivenditori di fare un ricarico minore ed a noi utilizzatori di risparmiare qualcosa.

Un ulteriore metodo per risparmiare sono i gruppi di acquisto, si tratta di “consorziarsi” tra amici parenti o anche solo tra interessati ed arrivare ad ordinare direttamente dai produttori delle notevoli quantità di pellet.

Pellet imballato nei suoi bancali pronto per la consegna agli utilizzatori

Bancali di pellet pronti per la spedizione

 

Bene è tempo di fare scorte, spero di esservi stato utile, fatemi sapere come vi siete trovati.

 

Scritto da: Manlio Marta

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Consigli su quale Pellet Comprare, controllo della provenienza, come riconoscere un buon pellet da uno di bassa qualità possibilmente risparmiando!
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